Il calcolo dei flussi teorici ci ha restituito l’immagine nitida di una regione quasi “assediata” da una domanda potenziale di posti barca che non troverebbe soddisfazione nell’attuale offerta messa a disposizione dalla portualità regionale. E’ per altro da considerare il fatto che la domanda non necessariamente si manifesta con la presenza di cospicue liste di attesa presso le direzioni portuali in quanto, fronte della conclamata impossibilità di trovare il posto, il diportista potenziale spesso rinuncia e la sua domanda rimane così inespressa o sotto traccia.
Tuttavia il “polso” che hanno le direzioni portuali può essere considerato una buona proxy della situazione reale, almeno di quella, lo si ribadisce, che si manifesta nel momento in cui proprietario di unità da diporto certifica la sua volontà attraverso un richiesta di posto barca pendente presso i singoli porti.
Come già più volte specificato la presente indagine è stata svolta su base documentale e in questo senso non è disponibile alcun dato utile a fornire delle indicazioni. L’Osservatorio Nautico Nazionale ha però una serie di banche dati proprietarie all’interno delle quali esistono informazioni aggiornate che hanno consentito di trarre preziose indicazioni in materia. Nell’ambito infatti della sezione “porti” è stato possibile estrarre un campione significativo (nonostante la delicatezza delle informazioni richieste) in relazione a due fondamentali indagini presso le direzioni portuali: in particolare è stato chiesto se avessero disponibilità di posti barca, il loro numero e per quale lunghezza; analogamente si è chiesto se avessero liste di attesa e per quali lunghezze di unità da diporto.
I risultati, che sono ovviamente di natura campionaria anche sufficientemente stabili e tali da poter essere considerati di buona attendibilità, danno almeno due prime indicazioni che necessitano di una chiave di interpretazione. Risulta infatti che non sia raro il caso di porti che hanno risposto di avere posti barca disponibili e contemporaneamente liste di attesa: ciò è spiegabile, in generale, con la non coincidenza della lunghezza dei posti barca disponibili e quelli per cui esiste la lista di attesa.
In secondo luogo non deve meravigliare più di tanto che, a livello generale si rilevi una presenza non marginale di posti barca disponibili: questo fatto sembra a prima vista in contrasto con la generale convinzione che in Italia (e tanto più in Liguria) ci sia carenza di posti barca. Ciò è però dovuto a due ordini di fattori:
- esistono di fatto delle differenze territoriali per cui in alcune regioni di fatto non c’è la piena occupazione dei posti barca per diportisti stanziali, mentre il surplus di richieste presente in altre non è ovviamente facilmente trasferibile nelle prime;
- inoltre come tutti i fenomeni il cui ricambio o turnover ha una certa vischiosità, esiste una percentuale fisiologica di posti barca che rimangono in ogni istante disponibili. Se pensiamo alla piena occupazione lavorativa, essa viene riconosciuta anche in presenza di un tasso di disoccupazione pari a circa il 4-5%: tale percentuale viene dunque assunta come valore fisiologico anche in relazione alla disponibilità momentanea di posti barca.
Venendo all’analisi dei dati e iniziando proprio dalle disponibilità di posti barca nei porti campionati risulta che in Italia la quota media di posti barca disponibili è pari al 6,0%, quindi appena sopra il valore fisiologico prima enunciato: in sostanza appare del tutto verisimile che si parli di fatto di saturazione dei porti contando fra l’altro l’inevitabile disparità delle singole situazioni regionali fra nord e sud Italia.
A livello di regione Liguria la situazione è del tutto diversa in quanto il valore dei posti disponibili è pari all’1,9%, denunciando quindi una pressoché totale saturazione dei posti barca. Situazione analoga per la provincia di Genova, in cui il tasso di disponibilità è minimo, solo 1,1%. A maggior ragione, quindi, una situazione quasi patologica in termini di pressione: nel caso di turnover, esso è dunque velocissimo e i posti barca rimangono liberi solo per un brevissimo tempo.
Quanto alle dimensioni dei posti disponibili, sempre per la provincia di Genova, c’è da notare che dal campione non risulta alcuna disponibilità per i posti fino a 10m.
Altrettanto interessante si dimostra l’analisi delle liste di attesa, che conferma, in modo speculare, quanto finora evidenziato: il primo dato significativo è la percentuale di porti che dichiarano di avere una lista di attesa per richieste di posti barca:
– in Italia il 58,0% dei porti dichiarano di avere richieste;
– in Liguria il valore sale al 90,9%;
– per la provincia di Genova arriva addirittura al 100%.
Per quanto riguarda le dimensioni di posti barca più richiesti esiste una precisa gerarchia, confermata su tutti i livelli territoriali:
– i posti barca fino a 10 metri rappresentano il 25,9% del totale in Italia, il 30,4% in Liguria e il 44,4% in provincia di Genova;
– i posti barca da 10,1 a 18 metri rappresentano il 54,5% del totale in Italia, il 43,5% in Liguria e il 33,3% in provincia di Genova;
– i posti barca da 18,1 a 24 metri rappresentano il 9,8% del totale in Italia, il 17,4% in Liguria e il 11,1% in provincia di Genova;
– le quote restanti riferite alle navi da diporto sono marginali e non arrivano al 12%.
In conclusione i dati risultati dal campione si dimostrano stabili e significativi: confermano di fatto che l’offerta di posti barca, salvo inevitabili differenze regionali, risulta insufficiente rispetto alla richiesta potenziale, per due ordini di motivi: le disponibilità rappresentano semplicemente, salvo eccezioni, il livello del tutto fisiologico del turnover e Le liste di attesa, presenti in oltre il 58% dei porti (per arrivare al 100% in provincia di Genova), sono la testimonianza di una richiesta reale dell’utenza diportistica.